Un’educazione centrata sul bambino

All’inizio del XX secolo, l’idea di utilizzare strumenti educativi adatti ai bambini che stimolassero i pensieri dei bambini è stata ulteriormente supportata dal filosofo americano John Dewey. L’approccio “costruttivista” da lui formulato era caratterizzato dalla natura democratica del suo processo educativo. Dewey sostenne che i tentativi di educare i bambini imponendo loro studi attraverso mezzi forzosi erano destinati al fallimento. Una corretta educazione sarebbe centrata sul bambino e presenterebbe un approccio più aperto alle esigenze del bambino. Ai bambini devono essere forniti strumenti che stimolino la loro creatività e li inducano a prendere parte volontariamente al processo di apprendimento. Il bambino ha bisogno di imparare facendo tentativi attraverso esperienze pratiche che evocano la stimolazione mentale.
L’orientamento di Dewey è il prodotto della teoria che lui stesso ha sviluppato in merito alle attività di indagine dei bambini. Affermò che il pensiero inizia quando l’individuo incontra una difficoltà o un problema che crea una “perdita di equilibrio”. Il pensiero è diretto verso l’individuazione della fonte della difficoltà, e quindi sviluppa un processo di interrogazione centrato sulla definizione del problema. Dopo che un’ipotesi è stata formulata riguardo alla domanda, i dati vengono raccolti attraverso l’osservazione o la sperimentazione. I dati vengono quindi utilizzati per verificare l’ipotesi. Il processo porta a conclusioni e quindi passa a formare una nuova domanda.
Il processo descritto da Dewey serve da eccellente esempio dell’importanza del principio dell’educazione centrata sul bambino. Un approccio educativo che fornisce al bambino strumenti coinvolgenti stimola il processo di cui parla Dewey. Lo strumento educativo che sta al centro del Metodo Mind Lab – il gioco – produce proprio questa situazione. (Torneremo in altri post alla filosofia educativa di John Dewey e vedremo come è considerata e applicata dal metodo Mind Lab.)